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Meyer Schapiro, The Nature of Abstract Art, 1937
di Giacomo Belloni

Il saggio di Meyer Schapiro “
The Nature of Abstract Art”, del 1937, si basa in linea di massima su due presupposti. Con il primo, Shapiro vuole dimostrare che, i cambiamenti degli stili artistici possono essere spiegati solamente in relazione ai grandi mutamenti storici ed ai relativi cambiamenti delle condizioni sociali, dei valori e dei modi di edere il mondo. Schapiro rifiuta quindi la tesi dell’autonomia dell’arte come presupposto centrale dell’arte, storia della quale che si lega fortemente alla storia della società che rappresenta.
Con il secondo presupposto Schapiro vuole dimostrare che il realismo (il contenuto narrativo) e l’astrazione (la pura forma) non sono elementi opposti tra loro e che un dipinto deve essere analizzato oltre le sue qualità puramente estetiche.
Schapiro scrive in risposta ad un saggio di Alfred Barr, direttore del Museum of Modern Art di New York, redatto in occasione della mostra del 1936, Cubism and Abstract Art. La mostra nasceva con la pretesa di mostrare, anche in America, gli ultimi sviluppi dell'arte astratta europea. Agli Americani, molti dei quali non avevano mai visto dal vero le opere di artisti come Picasso, Mondrian, Malevich, Kandinsky, così come di altri maestri europei, l'arte astratta è stata spesso presentata come un'espressione elevata che esclude qualsiasi riferimento alle forme naturali esplicitando, di contro, i principi più alti della forma estetica, universali ed incontrovertibili, contenuti in tutti le opere d'arte, a prescindere dal periodo storico in cui sono state realizzate e dal loro luogo di provenienza.
Insomma, per Barr l'arte è proprio come la matematica, basata su basi scientifiche ed oggettive, utilizzata per ottenere risultati incontrovertibili. Nel suo saggio, il prendere piede dell'arte astratta viene spiegato come una logica ed inevitabile conseguenza dell'esaurimento delle precedenti possibilità espressive insite nel realismo. arr parla di astrattismo come un'arte indipendente dalle condizioni storiche (abstract art remains essentially unhistorical) e dai condizionamenti sociali del periodo in cui esiste; l'arte si evolve proprio perché la figurazione ha terminato il proprio corso (abstract art arises because […] representational art had been exhausted), per cui gli artisti si vedono costretti ad orientarsi verso un’astrazione in grado di esprimere esclusivamente valori estetici. Barr sostiene quindi la pura autonomia dell’arte ed avvalora la tesi che tutto accade per reazione o come evoluzione di un evento precedente.
Schapiro, nello sconfessare la teoria di Barr dell’esaurimento e della reazione (Theory of exhaustion and reaction), sostiene che alcune qualità persistono per secoli senza che si ci sia la necessità che si verifichi alcuna reazione correttiva (some quality persists for centuries without provoking the corrective reaction). Porta quindi l’esempio dell’Impressionismo e delle condizioni storico-sociali che, durante gli anni ’80 dell’Ottocento, hanno permesso che si concretizzassero e che si sviluppassero nuove grammatiche, completamente differenti dalle precedenti. Ad avvalorare la sua tesi contro l'esaurimento i movimenti post-impressionisti che si sono sviluppati ancor prima che tutte le possibilità espressive dell’Impressionismo venissero alla luce.
The history of art is not, however, a history of single willful reactions, ma ogni espressione si permea di valori morali e storici. Porta ancora l'esempio del primo Impressionismo: nella sua non convenzionale e sregolata visione, scopre il mondo di una realtà fenomenica mutevole laddove la vita ruotava intorno all'uomo ed era rappresentata nei dipinti col dinamismo di luoghi inusuali per la pittura ma centrali per la vita del tempo, come le fabbriche ed i mercati. Il contesto borghese mutava, passando dal circolo chiuso della chiesa e della famiglia ai luoghi aperti, popolati di figure in movimento come i caffè e le strade.
Schapiro è convinto assertore del fatto che ogni movimento pittorico ha subito i condizionamenti della sua epoca, riflettendo nelle proprie opere il contesto storico sociale al quale è appartenuto, per il quale è stato espressione artistica.
L'opposizione tra arte realista ed astratta, così come intesa da Barr, si basa su due assunti. Il primo, la figurazione (representation), è un rispecchiamento passivo della realtà (passive mirroring) e quindi, come tale, essenzialmente non artistica. Il secondo, l'arte astratta, è un'attività puramente estetica, completamente slegata dagli oggetti del mondo, che si basa su leggi proprie, perché la mente è veramente se stessa quando indipendente dagli oggetti della realtà.
Schapiro sostiene invece che Natura e forme astratte sono entrambe materiali per l'arte scelti nel flusso delle ragioni storiche. Quando Kandinskij era impegnato nel definire un'arte capace di esprimere le emozioni, gran parte della pittura accademica era orientata nella stessa direzione, ovvero di trasmettere all'esterno le emozioni interne. Nel Rinascimento, lo sviluppo della prospettiva lineare era legata intimamente all'esplorazione del mondo ed al rinnovamento delle scienze della fisica e della geografia per cui gli artisti, esattamente come gli uomini del tempo, si sforzarono di adattare il campo della loro immaginazione al nuovo percepire collettivo.
Se oggi un pittore astratto sembra dipingere come disegna un bambino od un folle, non è perché sia infantile o pazzo, ma perché si apre a ciò che di represso gli viene suggerito dalla propria vita interiore. Un nuovo rispetto per le arti primitive, proposto nelle forme dipinte dagli astrattisti, deriva da un differente riconoscimento per la creatività delle società che fino a tempo prima non erano considerate come portatrici di cultura.
To say then that abstract painting is simply a reaction against the exhausted imitation of nature, or that it is the discovery of an absolute or pure field of form is to overlook the positive character of the art, its underlying energies and sources of movement. Sostenere quindi che l'arte astratta è una semplice reazione all'esaurimento dell'imitazione della natura, o che è la scoperta dell'assolutezza o della purezza della forma, vuol dire relativizzare l'arte e le sue energie più profonde e produttive.
Malevič, il fondatore del Suprematismo, ha definito il suo movimento artistico come la supremazia del puro sentimento e delle sensazioni nelle arti pittoriche. Nel 1913, nel mio tentativo disperato di liberare l'arte dal peso del mondo oggettivo, mi sono rifugiato nella forma del quadrato ed ho esposto un quadro che non era null'altro che un quadrato nero su uno sfondo bianco...Questo non era un quadrato vuoto ma piuttosto l'esperienza dell'assenza dell'oggetto. Successivamente Malevič ha dipinto una serie chiamata Bianco su Bianco che sembrava voler riproporre gli sforzi dei matematici nel ridurre la matematica all'aritmetica e l'aritmetica alla logica. Barr definisce questo astrattismo come puro, non tenendo conto di altre sue opere dipinte precedentemente, in periodo cubista. Lo stesso vale per Picasso che pone sempre se stesso e la propria soggettività nei suoi lavori, trovando riscontro nel rapporto tra cubismo - ove la figura scompare per dar spazio alle sue geometrie - ed il precedente pre-cubismo, caratterizzato dalla malinconia degli acrobati, degli arlecchini, degli attori, dei musicisti e dei mendicanti.
Anche Kandindkij “astrae” come forma di ribellione nei confronti del materialismo della società moderna: "When religion, science and morality (the last through the strong hand of Nietzsche) are shaken, and when the outer supports threaten to fall, man turns his gaze away from the external and towards himself.
Al Futurismo Barr riconosce un'importanza ideologica solamente perché non lo considera un movimento astrattista puro ma "near-abstraction”. La purezza dell'arte astratta sembra sia per Barr la capacità di non evidenziare alcuna figurazione come, in apparenza, i lavori neoplastici di Mondrian ed le ultime ideazioni dei Costruttivisti e dei Suprematisti, che, per le loro qualità di precisione, sono influenzati dalle macchine, sia come texture che come forme. Significativo è il fatto che proprio i paesi più industrializzati come Stati Uniti ed Inghilterra, sono quelli che non hanno prodotto astrazione di derivazione meccanica.
Barr non si preoccupa di spiegare la ragione per cui l'arte della macchina emerge in Italia e non da altre parti, proprio mentre alcuni esperti italiani descrivevano il futurismo come una reazione alla sonnolenza ed al tradizionalismo dell'Italia umbertina a favore dei rapidi cambiamenti economico-sociali che stavano prendendo forma, nonché i tentativi di emancipazione dalla forte eredità artistica del passato.
Al contrario dell'Italia, in altri paesi, il salto dall'astrazione espressionista, cubista o suprematista verso stili “più tecnologici”, non fu così ampio; gli astrattisti si limitarono ad applicare in campo estetico la controparte astratta dei calcoli degli ingegneri e degli scienziati, senza voler utilizzare l'arte come forma di ribellione ma come espressione emblematica del loro tempo, perlopiù del suo sapore industriale e della speranza percepita che il progresso avrebbe migliorato la qualità della vita delle persone.
Architecture or Revolution! era lo slogan di Le Corbusier.
Con l'avvicinarsi della crisi degli anni '30, con la depressione americana ed europea, alcuni critici scrivono agli artisti di lasciar da parte la loro arte, così come agli architetti di lasciar stare l'architettura in quanto attività estetica, per dedicarsi all'ingegneria, anche se in queste estremizzazioni si coglie in pieno il tramontare dell'ottimismo della macchina come modello estetico.

io@giacomobelloni.com
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per approfondimenti si consiglia la lettura del libro:

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