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In viaggio con Pegaso: Budapest
di Giacomo Belloni

Chiunque avesse velleità comunicative, non può esimersi dal domandarsi che tipo di platea ha davanti, cosicché chiunque aspirasse a scrivere articoli su un periodico per “viaggiatori di professione” non può prescindere dal tipo di assemblea alla quale si propone.
Scrivere di luoghi da visitare per turisti necessita di particolari riguardi ma, è sicuramente diverso parlare del “mondo” a chi del mondo ne fa il proprio normale ambito lavorativo.
Siamo parte di un luogo nella misura in cui esso fa parte di noi. Esso è prima di tutto la sua proiezione nel nostro immaginario.
Limitare l’ambiente di appartenenza significa limitare le nostre possibilità; i suoi confini non sono materiali ma mentali; sono culturali, sociali, etnici ecc... Sono limiti nascosti, segnati nell’immaginario, frontiere in continuo movimento che si espandono o si contraggono a seconda delle esperienze della vita.
Per quanto riguarda noi “viaggiatori” questi limiti sono ampi, estesi; ci è difficile limitare la nostra esistenza unicamente al poco tempo che passiamo nel luogo di abitazione. Organizziamo la nostra vita non solo in funzione del tempo che passiamo a casa ma anche dei momenti nei quali siamo altrove.
La nostra città è il mondo, le nostre strade sono i cieli, i nostri confini sono altri ed il nostro io cosmopolita difficilmente accetta costrizioni temporali o schemi spazialmente circoscritti.
Il tempo e lo spazio hanno per noi un altro valore.
Quella che per un normale “terrestre” è una grande città, per noi risulta essere un piccolo ambito limitato e limitante.
Diventa quindi pretenzioso parlare di città a coloro che del mondo… fanno la propria casa.
Così come i confini, anche le distanze sono per noi relative, un tempo corrispondente a 50 minuti, sufficienti per andare da Roma a Milano, per un “terrestre” è il tempo necessario per percorrere pochi chilometri nel caotico traffico cittadino.
Tutto si ridimensiona, tutto assume un aspetto diverso.
Anche il tempo per il turismo assume per noi un valore differente; nella difficile gestione del periodo di permanenza in un luogo dobbiamo trovare il corretto equilibrio tra momenti per il riposo e momenti per lo svago.
Nella nostra concezione di fruizione, il tempo dedicato al turismo non termina con il singolo viaggio, prosegue; saremo ancora lì probabilmente il mese che segue. Un viaggio per noi non finisce con il ritorno a casa, rimane sempre subordinato ad una successiva possibilità. La consapevolezza di questo ci permette una continua apertura verso nuove opportunità da sfruttare senza limiti di tempo definiti o limitati.
I luoghi del mondo fanno parte di noi quanto la strada sotto casa. Dedichiamo ad essi attenzioni differenti, essi sono parte del nostro essere, essi sono parte della nostra normalità.

Nella nostra esperienza di viaggiatori percepiamo oramai immediatamente quelli che sono i luoghi che più si prestano ad essere istintivamente accoglienti, immediatamente familiari e la città di Budapest è uno di quei posti che per tradizione e fruibilità più si prestano alle nostre richieste da “viaggiatori professionisti”.
La città è ben strutturata e, si ha molta attenzione nei confronti del turista, anche per il visitatore “veloce”. I suoi trasporti pubblici funzionano dall’alba fino alla tarda sera e permettono di spostarsi agevolmente tra le sue numerose attrattive turistiche per mezzo delle 3 linee della metropolitana, le 180 linee di autobus, le 29 linee di tram e le 14 linee di filobus.
Per chi avesse intenzione di dedicarvi più tempo si può scegliere tra i tour organizzati in battello lungo il Danubio.




Pillole di storia.
Budapest nasce dall’unione, nel 1873, di tre città distinte: Buda e Obuda sulla collina alla destra del Danubio, e Pest in pianura alla sinistra del fiume; solo nel 1950 con l’annessione di alcuni centri vicini si è formata la grande città di oggi.
Le zone sulle quali sorge la città erano abitate già in età romana; a partire dal 1° secolo d.c. essa fu sede di presidio romano, ma solo con Settimio Severo la città venne elevata a colonia.
Nel medioevo venne chiamata dagli Slavi con il nome Pest per le sue fornaci, successivamente i tedeschi ne fecero un centro commerciale che venne chiamato Ofen.
Solo nel XI secolo con gli Ungheresi essa divenne la capitale del regno.
Nel 1241 venne distrutta dai Tartari, fu perciò in seguito edificata la fortezza di Buda sulla riva destra del Danubio, da re Bela.
Successivamente, in seguito all’estinzione della dinastia Arpàd, la città si sottomise a Carlo Roberto nel 1307.
Il XV secolo fu il periodo di massimo splendore di Buda e di Pest, la prima per la sua fortezza e la seconda come sede Imperiale.
Devastata nuovamente nel 1521 per mano dei Turchi, che la occuparono nel ventennio successivo, i suoi abitanti persero ogni benessere e privilegio e, solo nel 1686, venne riconquistata dagli Asburgo che la elessero capitale regia nel 1703.
Sulla città si abbatté nuovamente la rovina pochi anni più tardi a causa delle guerre di indipendenza e della peste.
Riprese splendore a metà del ‘700 con Maria Teresa che eresse il nuovo Palazzo Reale; nel corso del secolo successivo sorsero L’Università, il Museo nazionale, l’Accademia ungherese, il Teatro Nazionale e, nella seconda metà dell’800 si svilupparono il commercio e l’industria..
Nel 1848, solamente per un anno, si insediò il governo rivoluzionario, fino a quando la città venne occupata dagli Austriaci. Fu grazie alla legge bipartita che l’Ungheria ottenne un posto equivalente all’Austria in seno all’Impero Asburgico e, Budapest divenne la capitale di un grande territorio.
In funzione della politica ferroviaria e dello sfruttamento intensivo delle proprie risorse la città crebbe rapidamente.
Le sue traversie non era ancora finite; nel novembre 1919 fu infatti occupata dai rumeni in seguito alla dittatura di Tela Kun; tra il dicembre del 1944 e il febbraio del 1945 fu teatro di battaglia tra l’esercito sovietico e quello tedesco-ungherese, battaglia che terminò con la conquista da parte dei sovietici che la occuparono militarmente.
L’occupazione perdurò fino al 1947. In questo periodo, il regime cercò di livellare le condizioni socio-ambientali dei vari quartieri, ricostruì i ponti sul Danubio andati distrutti durante i combattimenti e ne edificò uno nuovo per il collegamento tra Ujpest e l’isola Margherita; venne anche migliorato l’assetto viario collegando il centro con i nuovi quartieri operai sorti intorno al nucleo originario.
Budapest subì nuove distruzioni nel 1956 durante la rivolta Ungherese ma si è risollevata in breve tempo con un nuovo assetto urbano e con l’ampliamento della metropolitana.
Oggi Budapest è la più grande città Ungherese sia a livello demografico che topografico ed accentra la maggior parte delle attività produttive del paese, è altresì importante polo turistico come città d’arte e città termale.


Cosa c’è da vedere.
Budapest è considerata una delle più belle capitali al mondo. La città moderna è costituita da Buda, parte collinosa che sorge sulla riva est del Danubio e Pest, parte pianeggiante che si estende lungo la riva ovest, che costituisce circa i due terzi del territorio globale.
Nel 2002 il Comitato per i Patrimoni dell’UNESCO ha insignito il prestigioso titolo di Patrimonio Mondiale a tre zone della città: viale Andràssy, il Lungodanubio ed il quartiere del Castello.
Viale Andràssy prende il nome dall’omonimo statista ungherese morto nel 1929, famoso per essere stato patrocinatore di una stretta collaborazione con l’Inghilterra e l’Italia.
Il viale è caratterizzato dal teatro dell’Opera, uno dei monumenti più belli ed interessanti della città. Al teatro è dedicata una fermata della metropolitana che ne permette una facile raggiungibilità. Il cospicuo programma di musica classica, concertistica e di balletti e, la bellezza dell’edificio con i suoi interni eleganti ed i ricchi ornamenti, ne fanno una meta ambita dai turisti. La facciata del teatro è in stile rinascimentale e si erge imponente sul viale conferendogli un carattere unico.
Il viale, della lunghezza di poco più di due chilometri, ha come cornice palazzi nei più diversi stili che affacciano su vicoli caratteristici che nascondono sculture e fontane.
Risalendo il viale verso piazza degli Eroi si ha la possibilità di visitare la Galleria d’Arte che pur non avendo collezioni proprie ospita di continuo mostre su artisti contemporanei.
Procedendo nella stessa direzione incontriamo il Museo delle Belle Arti, palazzo in stile neoclassico, che ospita la ricca pinacoteca degli Esterhàzy, La collezione del museo vanta ben 100mila opere che offrono un esaustivo panorama riguardo la pittura italiana tra il ‘200 ed il ‘700, la pittura spagnola vantando in collezione 7 opere di El Greco e, per quanto riguarda i secoli ‘800 e ‘900 è ben rappresentata la pittura francese.
Sul Lungodanubio, dalla parte di Pest, con la sua caratteristica facciata neogotica troviamo il Parlamento, punto determinante del panorama, disegnato e costruito circa 100 anni fa da Steindl.
Il Danubio è attraversato da diversi ponti di cui il più antico è quello delle Catene, costruito nel 1849 per volere del conte Szechenyi; danneggiato durante la seconda guerra mondiale è stato ristrutturato nel 1949, anno del suo centenario.
Il ponte Elisabetta, deve il suo nome alla regina, moglie dell’imperatore Francesco Giuseppe. Inaugurato nel 1903, distrutto dai tedeschi nel 1945 è stato ricostruito completamente nel 1964 su progetto dell’architetto Sàvoly.
Percorrendo il Lungodanubio, questa volta sul lato est, dalla parte di Buda, possiamo visitare il bagno termale Rudas costruito dai turchi nel 1550 ed ampliato nel 1566 dal pascià turco Szokoli Mustafà. Delle strutture originali sono rimasti la vasca ottagonale e le 4 vasche angolari minori caratteristiche per le diverse temperature dell’acqua e la cupola turca.
Il quartiere del Castello è anch’esso Patrimonio dell’UNESCO; antico nucleo della città viene colpito nel corso dei secoli da terremoti, carestie e invasioni nonché devastato nel corso dell’ultima grande guerra. Il visitatore ha la sensazione di vivere nel passato ammirando scorci di epoche diverse.
La piazza più visitata è piazza della Trinità, ove affaccia la chiesa di Maria Vergine detta di Mattia Corvino la più bella e prestigiosa chiesa della città. Dedicata alla Madonna costruita nel XIII secolo nel corso della sua storia ha subito numerose modifiche. La sua attuale struttura neogotica si è definita nel 1896 durante la grande ricostruzione realizzata da Schulek. Vetrate ed affreschi sono opera dei più famosi artisti dell’epoca.
Tra gli altri monumenti da non perdere vi è il Palazzo Reale, uno dei simboli del paese. Più volte distrutto e ricostruito, si presenta a noi con la sua attuale forma definita dopo la seconda guerra mondiale: Il palazzo oggi è sede del Museo della Storia di Budapest, del Museo Ludwig, della Galleria Nazionale Ungherese e della Biblioteca Nazionale Széchényi.
I Bastione dei pescatori in stile neoromanico è un elemento unicamente decorativo dal quale si può ammirare il panorama della città.


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