Articolo pubblicato su l'Aperitivo Illustrato
Schermata 2012-10-21 a 09.39.31

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Ariela Böhm: acqua senz’acqua, la forma fluida del tempo che scorre.
di Giacomo Belloni.

Gran parte della ricerca artistica di Ariela Böhm è incentrata sull'acqua. L'acqua intesa come l'elemento primigenio che racchiude in sé verità che, se svelate, sono in grado di farci comprendere quella condizione invisibile che scorre in noi, che percepiamo solo in parti confuse senza riuscire a visualizzarne in maniera chiara un intero troppo complesso.
È una simbiosi imprescindibile quella tra la fluidità dell’acqua e l’avanzare del tempo che ci condanna, istante dopo istante, a una finitudine inevitabile. Abbiamo bisogno di comprendere per sopravvivere alla paura del tempo che avanza verso un ignoto che ci terrorizza, e l'acqua racchiude in sé il significato di uno scorrere che a noi appare come una condanna innaturale. Sentiamo che dobbiamo provare a comprenderne i segreti per ritrovare l'equilibrio che abbiamo perso nel momento in cui abbiamo voluto far prevalere la ragione all'istinto.
L'acqua è natura, quella vera, noi siamo natura dimenticata, lasciata a margine per colpa della presunzione di volerne sapere troppo di una complessità percepibile solo per piccole intuizioni. Ariela la immobilizza per poterla osservare lentamente, in quell'unica condizione d’irreale staticità in cui essa è in grado di rivelarsi. Questo perché nella sua irrequietezza l’acqua è più veloce della nostra capacità di focalizzarne l'essenza; ecco perché Ariela ne modifica lo status fisico - da fluido a solido - in modo da cristallizzarla a favore dello sguardo lento. Ne deve estrarre la verità immutabile e ontologica per riuscire a fissarla nell'opera. La stessa operazione creativa è laboriosa ed ha bisogno di tempi diluiti che normalmente non ci sono concessi.
Ariela indaga l'acqua per prenderne in prestito le sensazioni fondanti, per costruirne artefatti simbolici che restituiscono all'osservatore le emozioni più intense, talmente inequivocabili da non poterne confondere il referente di partenza, anche se cambiato o stravolto. Perché non c'è vita senza acqua, essa è da sola metafora proprio dell'esistenza: è l'elemento primordiale da cui tutto comincia e a cui tutto fa ritorno. Generatrice, salvifica, purificatrice, è l'origine di tutto - liquido amniotico, culla materna.
Essa porta con sé la me
moria e, come Μνημοσύνη la trasmette integra nei tempi, in un lento e inarrestabile fluire che attraversa ogni istante della storia insieme al mistero del ricordo di una dimensione ideale e originaria.
Ariela analizza l'acqua nel rispetto della sua volontà fluida, della sua costante mutabilità e della sua natura multiforme. La spreme come un frutto maturo per ricavarne solo poche gocce di succo determinanti per definirne la sola idea costitutiva: l'acqua senz’acqua. Nei suoi lavori infatti l'acqua non c'è più, sembra essere evaporata per lasciare posto al suo solo significato incarnato nelle pieghe di una materia differente, non più liquida ma solida, immobile e statica. Dell'acqua, ne rimane sempre comunque forte la presenza, come se avesse lasciato in eredità la sola idea di se stessa: l'acqua senz’acqua, principio del principio, λήθεια che rimane impressa nella memoria di chi ne è alla ricerca, sigillata e declinata nelle infinite possibilità rivelatrici dell'opera. L’acqua senz’acqua è la pura forma dell’essenza che, come un'anima in trasmigrazione, si concretizza ogni volta in una sostanza differente; ἀρχή che, come un trasformista, cambia abito per presentarsi rinnovato nelle sue possibilità espressive, adattandosi incessantemente alle aspettative di chi osserva.
L'acqua è il pretesto per Ariela per emanciparsi da tutte le costrizioni limitanti: quando crea il
delta di un fiume - un Percorso - non lo fa per rappresentarne uno in particolare ma tutti i fiumi, anche e soprattutto quelli che non esistono. Quando lavora sul Movimento vuole ricreare la sensazione comune a tutte le onde ma, prima di tutto, quelle che ancora devono formarsi per portare nuova energia innovatrice. Quando lavora con i ghiacci lo fa per dare una pausa ad un divenire irrefrenabile che, come l’acqua, corre in un perenne fluire; lo fa per fermarsi a riflettere se il nostro convulso esistere non ci stia facendo perdere di vista, ancora una volta, qualcosa di determinante.
Ariela utilizza l'acqua come fosse il lessema di un linguaggio universale in grado di superare ogni incomunicabilità e, così come la scrittura - altro tema a lei molto caro - trasporta la memoria attraverso il tempo. La scrittura, così come l'acqua, è un medium che evolve la sua forma per recepire sempre più informazioni, per far proprie le complessità di una realtà in continua evoluzione, arricchendosi sempre più di nuove capacità.
Proprio come la scrittura che si esprime attraverso elementi significativi, l'acqua, grazie al lavoro di Ariela, diviene struttura osservabile in grado di farci comprendere significati originari che sono tradotti dall'artista per una nostra comprensione immediata.


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"È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?" Dostoevski, L'Idiota

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