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historia del arte1

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MOVIMENTO ARTE NUCLEARE (Milano, 1952 - 1957)
di Giacomo Belloni

E' la corrente artistica nata a Milano, quando Enrico Baj e Sergio Dangelo pubblicano nel 1951 il Manifesto tecnico della Pittura nucleare, partendo dai presupposti dello Spazialismo e influenzati dalle mostre a Milano di Wols alla galleria del Milione e di Pollock alla galleria del Naviglio. Non sono assenti le influenze dell'automatismo surrealista, stimolate appunto da queste due importanti esposizioni, unite agli influssi dell'informale europeo, agli stravolgimenti dello spazialismo di Fontana e alle sperimentazioni di Gianni Dova. 
Il Manifesto viene redatto in occasione della mostra alla Galleria San Fedele di Milano dal titolo 
Pittura Nucleare organizzata dal Enrico Baj e Sergio Dangelo, ma sarà ufficialmente pubblicato solamente l'anno successivo, nel 1952, a Bruxelles, in occasione della mostra alla Galleria Apollo. 
Baj e Dangelo caricano il loro espressionismo materico con immagini legate a un tipo di iconografia suggestionata dall'atomica di Hiroshima e Nagasaki. Da qui in Baj le immagini di movimenti spiraliformi allusive al fungo atomico e in Dangelo macchie che richiamano la materia allo stato primordiale. 
Nell'aprile dello stesso anno 
Joe Colombo aderisce al movimento. 
Nel 
Manifesto della Pittura Nucleare si legge: I nucleari vogliono abbattere tutti gli ismi di una pittura che cade invariabilmente nellaccademismo. Vogliono reinventare la pittura disintegrandone le forme tradizionali. Nuove forme delluomo possono essere trovate nelluniverso dellatomo e nelle sue cariche elettriche. Non siamo in possesso della verità che può essere trovata solo nellatomo. Siamo coloro che documentano la ricerca di questa verità [] La forza di gravità non appesantirà più le nostri menti e non ci riporterà a terra perché è stata sconfitta dallarte nucleare, un supercarburante atomico per i nostri voli interplanetari. 
Bruxelles è inoltre il luogo per l'inizio del dialogo con il gruppo Cobra in particolar modo con la componente espressionista di Jorn e Alechinsky, rafforzato dallo scambio epistolare proprio tra Baj e Jorn. Questa collaborazione si concretizza attraverso l'adesione al Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista (fondato dall'artista danese in contrapposizione alle tesi razionaliste di Max Bill e al suo astrattismo geometrico). Questa sintonica collaborazione gli consente di partecipare con Jorn agli incontri internazionali della ceramica ad Albisola nel 1954. Oltre alla realtà internazionale il Movimento Nucleare si rivolge alle correnti italiane informali, in particolar modo a quelle milanesi. Si aggiungono nel tempo Gianni Dova, Gianni Bertini e Mario Colucci.
Nelle opere nucleari vi è una visione ove la materia si trasforma in energia e movimento. Non contemplazione ma una posizione attiva e dinamica. I Nucleari seguono gli ideali del surrealismo e del dadaismo, reinterpretandone le convenzioni estetiche, i luoghi comuni e la retorica imposti dal periodo. Il rifiuto aprioristico di ogni dogmatismo spinge gli artisti nucleari a rimettere in discussione gli elementi fondamentali come la forma, il colore, la materia e lo stile, arricchendo il tutto con invenzione e creazione. Nelle loro menti inizia a farsi strada l'idea dell'esistenza di universi subumani e subatomici, costituiti da microbi, feti ed embrioni, da radiazioni, onde magnetiche e da funghi atomici. Gli autori iniziano a rappresentare soggetti non visibili, entità astratte dettate dal caso, marcando la sottile linea tra reale e surreale. 
Va ricordata, oltre alla loro già citata partecipazione al Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista, la collaborazione alla rivista Phases e la scoperta del grafismo giapponese. 
L'arte nucleare si diffuse grazie alla rivista "Il gesto", pubblicata tra il 1955 e il 1959. 
Gli ultimi anni di attività del Movimento Nucleare, dal 1955 al 1957, registrano un forte rallentamento delle iniziative ed un'ampia dispersione dei suoi aderenti. A Milano, nel settembre del 1959 Baj e Dangelo sono tra i firmatari del 
Manifesto Contro lo stile ove si dichiara ufficialmente superato il Movimento Nucleare: Nel febbraio 1952 il primo manifesto nucleare affermava la nostra volontà di voler combattere ogni concessione a qualunque sorta di accademismo. Così si esprimeva la nostra rivolta contro il dominio dell'angolo retto, dell'ingranaggio, della macchina, contro la astrazione fredda e geometrica. Da allora abbiamo proseguito nella sperimentazione di ogni possibile risorsa tecnica, dall'automatismo "tachiste" o oggettivo a quello soggettivo, al grafismo, alla "action painting", al gesto, al calligrafismo, alle emulsionim flottages, polimaterismo, sino alle Acque pesanti di Baj e Bertini (1957). Alle sperimentazioni tecniche si accompagnarono, per vicendevoli suggestioni, nuovi linguaggi: dagli spazi immaginari (Pierre Restany) e "Stati della materia" del 1953 (Baj e Dangelo), alle "Prefigurazioni" del 1953 (Baj, Dangelo, Colombo e Mariani) alle "Nuove flore" (Dangelo) e "Personaggi animali e favole" (Baj e Jorn) del 1956, sino alle "situazioni atomizzate" del 1957 (Baj e Pomodoro), ma ogni invenzione rischia ora di divenire oggetto di ripetizioni stereotipe a puro carattere mercantile: è quindi urgente intraprendere una vigorosa azione antistilistica per un'arte che sia sempre "autre" suo contrario - l'antistile - che spetta di abbattere le ultime barriere della convezione e del luogo comune, le ultime che la stupidità ufficiale possa ancora opporre alla definitiva liberazione dell'arte. Già l'impressionismo liberò la pittura dai soggetti convenzionali; cubismo e futurismo a loro volta tolsero l'imperativo della imitazione oggettiva e venne poi l'astrazione per dissipare ogni residua ombra di una illusoria necessità di rappresentazione. L'ultimo anello di questa catena sta per essere oggi distrutto: noi nucleari denunciamo oggi l'ultima delle convenzioni - lo stile. Noi ammettiamo come ultime possibili forma di stilizzazione le "proposizioni monocrome" di Yves Klein: dopo di ciò non resta che la "tabula rasa" o i rotoli di tappezzeria di Capogrossi. Tappezzieri o pittori: bisogna scegliere. Pittori di una visione sempre nuova e irripetibile "commedia dell'arte". Noi affermiamo l'irripetibilità dell'opera d'arte: e che l'essenza della stessa si ponga come "presenza modificante" in un mondo che non necessita più di rappresentazioni celebrative ma di presenze.

io@giacomobelloni.com


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"È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?" Dostoevski, L'Idiota
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