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historia del arte1

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MOVIMENTO ARTE CONCRETA (Milano, 1948)
di Giacomo Belloni
Non si tratta per il MAC di una presa di posizione caratterizzata da una reale comunanza poetica, né della concordanza su obiettivi definiti. L’assenza di un organico sostrato teorico e d’una vera omogeneità tra le differenti componenti è congenita al movimento [...] voler essere il catalizzatore di uno schieramento allargato di proposta, difesa e divulgazione di una linea astratta. (Caramel)

Tra le intenzioni del movimento quella di promuovere l'arte non figurativa e, in particolare, un astrattismo libero da ogni referenza e da ogni riferimento con il mondo reale. Di orientamento prevalentemente geometrico il M.A.C. fonda le proprie posizioni sulla contrapposizione nei confronti del realismo politico.
Il nome del movimento si rifà al termine
concreto, così come inteso e introdotto negli anni '30 da Van Doesburg, Arp, Kandinskij e ripreso da Max Bill nel 1936, secondo il quale l’arte concreta si rifà a forme, a linee e a colori senza siano prelevati dal reale perché provengono direttamente dall’immaginazione dell’artista. Il concretismo si oppone, quindi, oltre che alla figurazione realista, anche all'astrazione lirica: è un’arte "basata soltanto sulla realizzazione e sull’oggettivazione delle intuizioni dell’artista, rese in concrete immagini di forma-colore, lontane da ogni significato simbolico, da ogni astrazione formale, e mirante a cogliere solo quei ritmi, quelle cadenze, quegli accordi, di cui è ricco il mondo dei colori".
Il Movimento d'Arte Concreta nasce a Milano il 22 dicembre 1948, e sarà composto da artisti estremamente differenti tra loro; nasce in occasione della mostra alla Libreria Salto, in cui viene esposta la prima cartella di arte concreta, con prefazione di Giulio Carlo Argan. Questa era composta da 12 stampe astratte, realizzate da Dorazio, Dorfles, Fontana, Garau, Mino Guerrini, Mazzon, Monnet, Munari, Perilli, Soldati, Sottsass e Veronesi.
I fondatori del movimento sono: Attanasio Soldati, protagonista anni prima della prima
pattuglia astrattista, Bruno Munari, che aveva partecipato da giovane al futurismo, Gianni Monnet, primo teorico del movimento (la sua morte causerà la sua fine) e il pittore storico e critico Gillo Dorfles.
A questa mostra ne seguiranno altre, sempre alla Libreria Salto, ove verranno presentate altre cartelle. Tutte le mostre susciteranno un forte interesse sia in Italia che all'estero anche perché contestualmente verranno editi inviti con testi e riproduzioni che saranno raccolti in
Arte Concreta 1949-1950.
Dal ’51 il movimento si diffonde in tuta Italia, mentre, dal ‘53 si affaccia all'estero, anche grazie ai contatti il Groupe Espace, costituendo il gruppo Mac/Espace, il cui intento era quello di orientarsi verso il design industriale.
Nel panorama Italiano il M.A.C. si propone come una forza artistica di nuova concezione, con l’intenzione di aprirsi a più discipline e lasciare largo margine per l’individualità dei singoli componenti: in verità, anche nell'ambito dello stesso movimento, l'interpretazione di "arte concreta" è tutt'altro che univoca (Caramel). Dorfles riteneva concrete le forme primordiali e germinali, non geometrizzanti o basate sul calcolo, un' arte […] basata soltanto sulla realizzazione e sull’oggettivazione delle intuizioni dell’artista, rese in concrete immagini di forma-colore, lontane da ogni significato simbolico, da ogni astrazione formale, e mirante a cogliere solo quei ritmi, quelle cadenze, quegli accordi, di cui è ricco il mondo dei colori. Altri componenti del movimento teorizzavano semplici figure di base. I tratti dell'arte concreta derivano sia dal futurismo (Giacomo Balla organizzò una mostra antologica dei concretisti a Milano nel 1951) che dall'influenza di grandi artisti, quali i già citati Von Doesburg, Mondrian e Arp. Questi sono gli anni in cui, in particolar modo a Milano, le arti si integrano tra loro; una sorta di fusione in un tutt'unico di quelle che, fino a poco prima, erano considerate realtà distinte. Questa linea trova un concretizzarsi effettivo con il MAC, movimento che vede inclusi anche architetti e designer. Purtroppo tale varietà porterà alla fine del movimento che contava alla fine del 55 oltre 60 appartenenti, di cui gran parte architetti.

io@giacomobelloni.com


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