Tratto da / From
AI MAGAZINE N.71 | FALL ISSUE 2015 | VELVET BLUE  ‘THE RESULTING STATE’

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Italians, global artists: Laura Colantonio.
di Giacomo Belloni

Nel nostro costante cercare, anche oltre confine, le nuove tendenze dell'arte contemporanea, così come le espressioni creative più interessanti e caratterizzanti, da un po' di tempo ci stiamo occupando dell'arte negli Emirati Arabi Uniti. Inutile ripeterne le ragioni, oramai ben dibattute e comprensibili, quasi scontate. La cupola del museo del Louvre di Abu Dhabi è oggi praticamente terminata e si avvicina il momento epocale della sua inaugurazione; le attività del Cultural District continuano senza interruzioni e, a pieno regime, si organizzano eventi su eventi.
Questa volta, a completamento di quanto scritto finora, pur rimanendo negli Emirati, ci occupiamo di una meravigliosa artista italiana che vive, lavora ed espone a Dubai. Si tratta di Laura Colantonio, classe 1976. Una laurea in Scienze Politiche alla Sapienza di Roma, una specializzazione alla Rome Fine Art University, un passato nel mondo della pubblicità. Al suo attivo decine di mostre ed esposizioni in tutto il mondo: Dubai, Abu Dhabi, Lisbona, Londra, Miami, Torino, e chi più ne ha più ne metta. Insomma Laura ha tutte le migliori credenziali per essere ciò che già è: un'artista apprezzata e stimata negli Emirati, in un complesso dinamico, in rapida evoluzione e così pieno di pretese.
Laura lavora con la linea. La linea è il suo lessico, il suo vocabolario, la sua modalità espressiva. La concepisce come ente autonomo ed indipendente, in perenne movimento nello spazio multidimensionale della percezione, nella sua irrequieta capacità di essere creatrice di nuove potenzialità. Una linea continua, in dialogo incessante con le altre, in un insieme armonico e sempre equilibrato.
Le sue linee sono la semplificazione bidimensionale di volumi complessi, proiezioni sintetiche e concettuali delle masse spaziali sulla superficie dell'opera.
L'idea parte sempre da una dimensione volumetrica: è dagli spazi pieni ed avvolgenti, dalla tridimensionalità prospettica che inizia il profondo e sapiente lavoro di riduzione, la ricerca del principio costituente. A lei non interessa però appiattire, schiacciare le tre dimensioni sulla tela, Laura è alla ricerca di una ragione ontologica fondante, quella che riesce a riportare sull'opera l'essenza stessa della multidimensionalità. Lo spazio di Laura diviene superficie piatta senza però mai perderne la pienezza, senza lasciare da parte le qualità volumetriche. Non si tratta di una semplice proiezione sul piano, di una banale riduzione prospettica; Laura estrae il
noumeno, il principio, lo smonta per ricostruirlo sulla tela attraverso una danza sinuosa di segni eloquenti.
Chi si imbatte in una sua opera viene rapito dai piani colorati e coinvolto dalla linea generatrice; viene trascinato nella sua danza morbida per imbattersi inconsapevole in un lavoro inconscio di ricostruzione spaziale. Come dice Laura:
"l'occhio di chi osserva comincia a costruire elementi in 3D facendo scorrere gli occhi che seguono a loro volta le linee sui piani [...] Creo i miei lavori partendo da un gioco di linee in movimento, linee che immagino accompagnare chi guarda l'opera mentre le segue nei loro vorticosi percorsi generativi".
In questi giorni Laura è in Inghilterra per portare avanti una nuova fase della sua ricerca, la naturale prosecuzione di quanto fatto finora, ciò che lei considera il passo necessario. Ora osserva le linee dello spazio usuale, quello quotidiano, le linee che appartengono alle strutture immobili e ferme degli ambienti reali, incluse quelle create dagli oggetti e dalle loro ombre:
"ogni angolo dello spazio vissuto merita di essere osservato, contemplato, compreso. Diviene indispensabile capire in che maniera le linee si incontrano e come armoniosamente convivono, si intersecano, dialogano tra loro. Compio la mia scelta solamente dopo un'attenta riflessione, in maniera scrupolosa: di linee ne seleziono solamente alcune, magari una sola [...] mentre mi avvicino cerco di capire come diventa, e di quanta luce è dotata; cerco di comprenderne sia la natura che la qualità".
La linea di Laura vuole quindi essere l'elemento di base per composizioni complesse. Nel suo essere unica e peculiare non è mai solamente un semplice insieme di punti che si susseguono uno dopo l'altro, ma il lessema di partenza per la ridefinizione di unità spaziali articolate, a più dimensioni, unità composte da volumi adiacenti, contigui; laddove questi si assottigliano essa diviene minimale, sottile, linea; laddove si allontanano si riescono a raggiungere inaspettate volumetrie.
Se
"La retta è la linea degli uomini, la curva è quella di Dio", la natura non offre mai esempi troppo rigidi, misurati ma si mostra sempre sinuosa e morbida, e come tale complessa e poco riducibile in schemi semplificati. Ecco che Laura, nell'essere artista raffinata e colta, con i suoi lavori ci propone opere uniche che, nella loro compostezza, non possono che attirare chiunque sia alla ricerca delle ragioni più profonde della ricerca artistica.

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"È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?" Dostoevski, L'Idiota

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