Articolo pubblicato su:
pegasoSmall

_________________________________________________________________

Roma, la piazza del Campidoglio e i Musei Capitolini
di Giacomo Belloni


Scopo del consueto articolo di chiusura è quello di fornire una guida per il rapido viaggiatore, in modo che nel poco tempo di permanenza nelle varie città possa disporre di uno strumento utile per poter godere al meglio delle bellezze artistiche del luogo.
Abbiamo cercato di volta in volta, città dopo città di mettere in evidenza una struttura espositiva ed un’opera caratteristica per il museo che la ospita e per la comunità che la custodisce.
E’ da tempo che vogliamo parlare di Roma ma, non ci sarebbe possibile essere tanto sintetici da racchiudere nelle poche righe di un articolo migliaia di anni di storia dell’arte. Ci siamo quindi domandati cosa sia maggiormente rappresentativo per la città eterna per essere “raccontato” in così poco spazio. La Piazza del Campidoglio può fare al caso nostro essendo stata spettatrice discreta di tanti eventi e complice silenziosa dei tanti personaggi che la hanno frequentata.
Se la piazza è per antonomasia il luogo dove si incontrano gli uomini e dove si intrecciano gli avvenimenti, nessun luogo può raccontare meglio della Piazza del Campidoglio la città eterna; se la piazza è il luogo che per tradizione rappresenta la vitalità di una comunità questa rispecchia perfettamente Roma ed i Romani.
È in questa piazza che si sono vissute le più impegnative battaglie politiche, è qui che si sono avvicendati i rappresentanti delle più importanti famiglie della nobiltà capitolina, è qui che chiunque, romano e non, ha voluto lasciare una traccia scritta del proprio passaggio.
Sul colle si sono intrecciate le storie rumorose della nobiltà, quelle silenziose degli uomini comuni, semplici ed unici, inconfondibili romani dal carattere tanto locale da divenire patrimonio culturale di un paese che non riesce a farne a meno, anche quando lo vorrebbe.
I personaggi del Campidoglio sono stati papi ed imperatori, senatori e centurioni, attori ed artisti, intellettuali e straccioni, faccendieri e politici, marchesi e prostitute; nessun palcoscenico della storia ha visto tanta eterogeneità di protagonisti in una quinta artistico architettonica così unica ed irripetibile.

La piazza del Campidoglio si trova sull’omonimo colle, il più piccolo della città. Il rilievo era costituito da due alture (l’Arx e il Capitolium) separate da una valle, quella che corrisponde all’attuale piazza. Data la difficile accessibilità per i suoi fianchi ripidi e scoscesi divenne già al tempo la roccaforte della città.
Gli edifici principali, al contrario di oggi, erano orientati verso il Foro dal quale saliva il Clivo Capitolino, la strada che conduceva fino al tempio di Giove Ottimo Massimo, il più importante ed imponente della Roma antica, ai tempi di Giunone Moneta e di Veiove e, dell'Area Capitolina; il Campidoglio era inoltre la sede dell'archivio pubblico romano e della Zecca dell’età repubblicana.
La costruzione del Palazzo Senatorio inizia nel 1257. Si innesta sulle rovine dell'antico Tabularium ed era la sede del Comune di Roma e la sede del Senatore, il più alto rappresentante della città, custode della giustizia e degli interessi dei cittadini.
L’edificio venne concepito come un blocco modulare a parallelepipedo posto a chiusura della prospettiva del colle dal lato del Foro. La facciata principale si apriva verso l’attuale piazza attraverso una serie di loggiati con archi a tutto sesto disposti su tre livelli. Nel 1299 viene aggiunta una loggia e, l’anno successivo per volere di Bonifacio VIII viene costruita una torre.
Il tribunale del Senatore era al primo piano, in una sala con arcate in laterizio scandite da colonne antiche. Un grande arco decentrato sulla destra della facciata segnava l'ingresso principale dalla piazza. Nel corso del Trecento il palazzo comincia a chiudersi come una fortezza; molte arcate dei loggiati vengono tamponate; Bonifacio IX, Martino V e Niccolò V costruirono torri-contrafforti e rinforzarono i fianchi del possente edificio.

La piazza, così come si presenta oggi venne progettata da Michelangelo che la pensò nei minimi particolari. Papa Paolo III Farnese gli affidò l’incarico in occasione del corteo trionfale organizzato per Carlo V nel 1536. Secondo il cerimoniale il corteo sarebbe dovuto sostare davanti alla sede del Comune ma, il Campidoglio era impresentabile. Il Papa si vergognava dello stato di degrado in cui si trovava
il colle. Il Campidoglio ed il Foro erano infatti chiamati "Monte Caprino" e "Campo Vaccino"; il primo era utilizzato come pascolo mentre nel secondo si teneva la fiera del bestiame. La piazza era decentrata, decadente e spopolata rispetto ad una città che viveva la sua frenesia altrove, fra il Tevere e il quartiere di Borgo.
Sull'Arce, l'antica rocca, al posto del tempio di Giunone Moneta sorgeva la chiesa di Santa Maria in Aracoeli. Delle altre costruzioni antiche rimanevano solo le strutture del Tabularium, ovviamente sfruttate per sostenere una delle tante fortezze baronali della Roma medievale.
Nonostante tutto, per i Romani, il Campidoglio restava il "colle augusto", il luogo più prestigioso della città e, nel 1143, quando il popolo insorse contro il Papa, il Campidoglio divenne il caposaldo della ripristinata autonomia comunale, la sede del Senatore del Comune di Roma e il luogo per le riunioni del popolo.

Michelangelo affronta il progetto urbanistico con l’intento di riqualificare il luogo dell’amministrazione civile su scala monumentale; riprogetta completamente la piazza, cambiando l’originario orientamento che la vedeva rivolta verso il Foro e la orienta in direzione di San Pietro come a voler rimarcare che la basilica vaticana è il vero centro della città. Nello stesso tempo vuole valorizzare il colle in quanto patrimonio della città, unico punto di Roma da dove si domina con un solo sguardo il passato e il presente, il punto di unione tra l’antico Foro e la città moderna.
Ridisegna il Palazzo dei Conservatori eliminando tutti gli orpelli medievali in modo da armonizzarlo con il Palazzo Senatorio. Ne ridisegna la facciata scandendola con paraste giganti di ordine corinzio su alti piedistalli, fiancheggiate da colonne nel portico del pianterreno e, come nel Palazzo Senatorio, una balaustra con statue concludeva in alto l'edificio. La trasformazione
michelangiolesca interessò anche la conformazione interna del palazzo, riflessa dalla mutata articolazione delle finestre del piano nobile; quella centrale venne in seguito realizzata da Giacomo della Porta molto più ampia delle altre, in deroga al progetto originale.
Tra il 1542 e il 1554 Michelangelo progetta la meravigliosa scalinata a doppia rampa che permette l’accesso alla nuova sala del Senatore; la scala è il raccordo plastico tra la piazza e il palazzo, elegante quinta architettonica per le due statue antiche del Nilo e del Tevere. Progetta quindi la scalina
ta della Cordonata e la balaustra che si rivolge verso la sottostante piazza dell'Aracoeli.
La statua equestre in bronzo del Marco Aurelio venne trasferita dal Laterano nel 1538 per volere di Paolo III. Viene posizionata al centro della piazza sopra il basamento disegnato dallo stesso Michelangelo. Oggi, dopo un lungo ed accurato restauro, la statua originale è conservata nei Musei Capitolini, mentre quella nella piazza è una copia.
Alcuni dei progetti michelangioleschi per la facciata furono più tardi ripresi da Giacomo della Porta che li realizzò e li completò solo nell'ultimo decennio del Cinquecento. L'antica torre quattrocentesca fu sostituita dalla grandiosa torre campanaria realizzata da Martino Longhi il Vecchio tra il 1578 e il 1582.
La piazza fu terminata solamente nel XVII secolo, anche se la pavimentazione a stella fu realizzata secondo i disegni originali solo nel 1940.


La costruzione del Palazzo dei Conservatori risale alla metà del 1400; era la sede della magistratura elettiva che aveva il compito di amministrare la città. L'edificio era caratterizzato nel suo aspetto originario da un porticato al piano terra e da finestre a croce guelfa al piano nobile, oltre che da una fila di finestrelle nel mezzanino.
Il Palazzo Nuovo fu costruito nel 1655 sotto la direzione di Girolamo Rainaldi e del figlio Carlo; il suo orientamento obliquo, che riprende quello del contrapposto Palazzo dei Conservatori, era già segnato in precedenza da un grande muro di contenimento dell'altura di S. Maria in Aracoeli, al centro del quale era stata posta la fontana con la statua del "Marforio", poi sistemata nel cortile del Museo Capitolino. Il nuovo edificio, esternamente identico al Palazzo dei Conservatori, fu caratterizzato da un'organizzazione simmetrica degli spazi interni.
La costruzione del Palazzo Caffarelli Clementino, venne iniziata da Ascanio Caffarelli nel 1538 sulle proprietà di famiglia e venne completata solo dopo il 1680. Il Palazzo si affacciava sul Cortile del Palazzo dei Conservatori ed includeva al suo interno due giardini: il Giardino Caffarelli e quello denominato in seguito Giardino Romano; il grande portale su Via delle Tre Pile costituiva l'ingresso monumentale alla proprietà. Il palazzo ha subito nel corso dei secoli molte trasformazioni, che ne hanno alterato la conformazione originaria. Dall'inizio dell'Ottocento alla fine della prima guerra mondiale l'edificio fu occupato dall'ambasciata di Prussia. Nel 1918 fu recuperato dal Comune di Roma e parzialmente demolito: al posto dei piani alti dell'ala orientale fu ricavata la grande Terrazza Caffarelli, mentre al piano terreno, in parte smantellato per gli scavi del tempio di Giove Capitolino, fu allestito un nuovo settore museale (Museo Mussolini, poi Museo Nuovo).

I musei Capitolini nascono nel 1471 in occasione della donazione alla città ed ai romani di un importante gruppo di statue bronzee tra cui la Lupa, lo Spinario, il Camillo e la testa di Costantino, provenienti dal Laterano da parte di Sisto IV. Le statue avevano un forte valore simbolico; con questa donazione il Papa si faceva prepotentemente strada sul colle, luogo dell’autorità comunale e non del potere religioso. La restituzione alla città delle statue simbolo della passata grandezza acquistava un più alto valore proprio per la loro collocazione sul Campidoglio, centro della vita religiosa della Roma antica e sede delle magistrature civili cittadine a partire dal medioevo, dopo il lungo periodo di abbandono. Le sculture vennero posizionate sulla facciata esterna e nel cortile del Palazzo dei Conservatori. Sisto IV donando al popolo romano le antiche statue in bronzo costituì il primo nucleo consistente dei Musei Capitolini; il nucleo originario venne quindi arricchito dalle successive acquisizioni dei reperti provenienti dagli scavi urbani.
Alla metà del XVI secolo vennero portate in Campidoglio altre importanti sculture tra le quali la statua di Ercole in bronzo dorato dal Foro Boario, i frammenti marmorei dell'acrolito di Costantino dalla Basilica di Massenzio, i tre pannelli a rilievo con le imprese di Marco Aurelio, il Bruto Capitolino ed alcune iscrizioni tra le quali i Fasti Capitolini.
Nella seconda metà del '500 a seguito della decisione di Pio V di liberare il Vaticano dalle immagini pagane, la raccolta capitolina venne arricchita da un nuovo importante gruppo di sculture; all'impostazione storica fino ad allora prevalente si affianca quella più squisitamente estetica pregio delle nuove acquisizioni.
Dal 1654, con la costruzione del Palazzo Nuovo sul lato opposto della piazza fu possibile sistemare adeguatamente la grande quantità di opere che si era accumulata nel Palazzo dei Conservatori, collocandone una parte nell'edificio appena costruito.

Il Museo Capitolino viene inaugurato e aperto al pubblico da Clemente XII solo nel secolo successivo, nel 1734 in seguito all'acquisizione della collezione di busti e dei ritratti già di proprietà del cardinale Albani. La collezione di proprietà del nipote di papa Albani rischiava di essere venduta così il Papa decide di acquistarla per esporla pubblicamente nel Palazzo dei Senatori.
Nel 1750, Benedetto XIV per evitare la dispersione di due importanti collezioni, la Pio Savoia e la Sacchetti viene aperta la Pinacoteca Capitolina. Il Papa vi colloca anche i frammenti della Forma Urbis severiana, la grande pianta marmorea di Roma antica.
Verso la fine dell’ottocento in occasione degli scavi per la costruzione dei nuovi quartieri nella Roma nuova capitale d’Italia la collezione si arricchisce di moltissime opere tanto da dover allestire nuove sezioni espositive nel Palazzo dei Conservatori. Alcune sculture trovarono posto in un padiglione a pianta ottagonale, la "Sala Ottagona", appositamente costruito nel giardino interno al primo piano del Palazzo dei Conservatori.
Anche in questo periodo ebbero luogo cospicue donazioni da parte di collezionisti privati, tra le quali vanno ricordate la Collezione Castellani di vasi antichi e la Collezione Cini di porcellane.
Negli stessi anni con l'acquisizione di importanti collezioni private e con i reperti numismatici provenienti dagli scavi urbani venne costituito il Medagliere Capitolino.
Nel 1952 fu ricavato in un'ala del Palazzo dei Conservatori un nuovo settore di esposizione, denominato Braccio Nuovo.
Nel 1957, in occasione del III Congresso Internazionale di Epigrafia Greca e Latina, venne inaugurata la nuova Galleria Lapidaria dei Musei Capitolini nella Galleria di Congiunzione, realizzata negli anni 1939-41 per il collegamento dei palazzi capitolini; vi furono sistemate circa 1400 iscrizioni antiche, latine e greche, provenienti in parte dalle sale dell'Antiquarium Comunale sul Celio, in parte dagli stessi Musei Capitolini.
Infiltrazioni d'acqua e di umidità hanno costretto a chiudere al pubblico la Galleria Lapidaria; anche le sale del Museo Nuovo e del Braccio Nuovo del Palazzo dei Conservatori sono state successivamente escluse dal percorso museale.
Nel 1997, per liberare gli ambienti interessati dai lavori di ristrutturazione, le sculture esposte nel Museo del Palazzo dei Conservatori, nel Museo Nuovo e nel Braccio Nuovo sono state in gran parte temporaneamente trasferite nel suggestivo spazio espositivo ricavato nell'ex centrale elettrica dell'Acea sulla via Ostiense, la Centrale Montemartini.

Il "Grande Campidoglio" è l’attuale progetto atto alla valorizzazione dei capolavori artistici ed architettonici del colle capitolino in rispetto della sua storica funzione di rappresentanza politica; prevede l'ampliamento e la risistemazione degli spazi destinati al complesso museale. Lo scopo del progetto è la creazione di un percorso museale completo, l'acquisizione di nuovi spazi espositivi, la riorganizzazione di alcuni settori del museo e, la riapertura delle sezioni chiuse.
Il Tabularium è stato riaperto al pubblico ed è stato collegato agli altri edifici attraverso la Galleria di Congiunzione. E’ stato inoltre risistemato lo spazio espositivo di Palazzo Caffarelli e acquisito il Palazzo Clementino, già sede di uffici. Il percorso museale è stato arricchito da nuove sezioni: il Medagliere Capitolino e la Galleria Lapidaria.
Ulteriori interventi riguardano la trasformazione del Giardino Romano in grande aula vetrata e il riallestimento della Collezione Castellani, delle sale degli
Horti romani e della sezione dedicata al tempio di Giove Capitolino.

Se i muri dei Palazzi avessero orecchie, se le statue del Campidoglio avessero occhi, se i dipinti della pinacoteca Capitolina potessero parlare chissà cos’altro potrebbero dirci. La storia è raccontata dagli uomini e come tutte le vicende umane soffre di vizi e strumentalizzazioni. Chissà come sarebbe la storia se a raccontarcela non fossero gli uomini ma le opere d’arte. L’arte è un libro aperto che bisogna solo saper leggere. Solo i fatti, non le parole. E’ tutto scritto in un linguaggio differente meno scorrevole ma più oggettivo. Per piazza del Campidoglio la storia è inequivocabilmente scritta nelle sue architetture.


__________________________________________________________________
NOTA BENE: ARCHIVIOARTE non ha alcun fine di lucro. Ogni proposta qui contenuta ha la sola finalità di promuovere la diffusione dell'arte in quanto considerata patrimonio di tutti e per tutti. Ogni iniziativa, ogni azione ed ogni pubblicazione è autoprodotta e diffusa unicamente per amor di cultura e per il convincimento che la sua condivisione ci possa rendere più ricchi spiritualmente e più liberi.
__________________________________________________________________
"È vero, principe, che una volta avete detto che il mondo sarà salvato dalla bellezza?" Dostoevski, L'Idiota
__________________________________________________________________

RapidWeaver Icon

Made in RapidWeaver